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Il peso del silenzio

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2009 13:22
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Recensione tratta da www.schivami.it
www.schivami.it/public/claroline/document/showinframes.php?cidReq=01&file=%2FIl_peso_del_silen...

"Il peso del silenzio" è una raccolta di testimonianze scritte e fotografate di persone sieropositive che, sfidando le innumerevoli insidie della visibilità, raccontano la loro convivenza quotidiana con l’HIV mettendosi completamente a nudo. Scorrendo le pagine del libro è possibile vedere non tanto l’aspetto clinico della sieropositività, quanto quello esistenziale, dalle difficoltà che si incontrano sul piano dei rapporti interpersonali alle gioie che la vita può ancora dare anche con l’HIV. La pubblicazione di questa raccolta è stata un successo per ASA: con questo libro, infatti, l’associazione vuole togliere all’HIV astrattismo e ambiguità ed invitare chi nasconde la propria sieropositività ad abbracciare la scelta della visibilità. Anonimato, vergogna e paura sono aggettivi in simbiosi con la malattia, che da questi presupposti si evolve e si diffonde silenziosamente. E’ un peso, quello del silenzio, che troppe persone portano imparando a mentire soprattutto a se stesse, rivendicandolo come una scelta, negandosi quindi anche la rabbia e il dolore. Svelarsi significherebbe superare non soltanto il pregiudizio e la paura degli altri, ma anche la propria vergogna; significherebbe rischiare la compassione, prepararsi ad un mutamento nei rapporti di amicizia, fare i conti con il dolore e la sofferenza. Ma occorre farlo per cambiare le cose, per rompere il muro di omertà che c’è attorno al fenomeno della sieropositività e dell’AIDS.
Solo la conoscenza vince l’ignoranza. Conosciamo quindi queste persone che convivono con l’HIV, ascoltiamo quello che hanno da dire, risulteranno interessanti, forse banali, e perché no: normali.

Io ho letto questa raccolta, ed è stato un vero arricchimento. Mi ha permesso di capire cosa significhi la sieropositività, come ciascuna persona affronti questo evento in maniera diversa e personale.

Ve la consiglio caldamente [SM=g1855871]
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ciao certosa!

....comunque i primi a consigliarti di non rivelare lo stato di sieropositività sono gli infettivologhi!

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Re:
ciukina., 19/06/2009 21.22:

ciao certosa!

....comunque i primi a consigliarti di non rivelare lo stato di sieropositività sono gli infettivologhi!

[SM=g1855902]




INFETTIVOLOGIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

[SM=g1855891]

...dai e' stato un lapsus! ...o un raptus???

[SM=g1855900]

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Re: Re:
harrypotter79, 20/06/2009 13.35:




INFETTIVOLOGIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

[SM=g1855891]

...dai e' stato un lapsus! ...o un raptus???

[SM=g1855900]





ma quale lapsus!!!

ci ho pensato mezz ora prima di scrivere infettivologhi!!!!

hihiiihhi [SM=x1855910]

applausi per ciuki [SM=x1855910] [SM=x1855910]

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Re:
ciukina., 19/06/2009 21.22:


....comunque i primi a consigliarti di non rivelare lo stato di sieropositività sono gli infettivologhi!



Per i miei gusti parlano troppo.
Certe volte bisognerebbe sigillar loro la bocca, e conosco un modo che potrebbe anche piacergli...
Ad ogni modo, tu lo hai letto? Cosa ne pensi?
[Modificato da Certosa 89 22/06/2009 09:22]
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certosa,non ho letto il libro,però dalla premessa traggo delle considerazioni del tutto personali.

la considerazione principale è difatti che a seguito diun referto positivo all hiv,l infettivologo ti raccomanda di non raccontare niente a nessuno...anche se,ti dirò,il mio infettivologo mi ha consigliato di parlarne...

che si deve fare??

qual è la scelta da fare??

dire o non dire??


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Perdona la mia risposta tardiva.
Nell'associazione dove lavoro la maggior parte delle persone HIV+ vive con serenità la propria sieropositività, partecipando alle attività che promuoviamo, frequentando i gruppi di auto aiuto, dedicando qualche ora delle loro giornate al volontariato... Alcuni hanno anche rilasciato delle interviste in passato senza nascondersi dietro nomi di fantasia.
Fatico molto a comprendere il vero motivo per cui si tace la propria sieropositività. E' possibile che la ragione sia da ricercarsi solamente nella vergogna e nella paura del rifiuto?
io sono omosessuale, e non ho mai avuto problemi a mostrare o dichiarare il mio orientamento (senza mai cadere nel'esibizionismo, ovviamente). Fingere qualcosa che non sono o celare una parte della mia personalità che non posso negare mi sembra... falso.
Ne "Il peso del silenzio" le persone che hanno accettato di farsi fotografare e di rilasciare un intervista si sono armate di coraggio e hanno mostrato che la sieropositività non li rende "diversi" e che la loro vita è composta da gradi e piccole cose, come quella di chiunque altro.
A mio avviso, per sconfiggere l'AIDS occorre essere in molti e la prevenzione, da sola, non basta.
A me questo libro ha dato molto, e spero che arricchisca anche te, ciukina, e tutti gli altri.
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Re:
Certosa 89, 23/07/2009 9.27:

Perdona la mia risposta tardiva.
Nell'associazione dove lavoro la maggior parte delle persone HIV+ vive con serenità la propria sieropositività, partecipando alle attività che promuoviamo, frequentando i gruppi di auto aiuto, dedicando qualche ora delle loro giornate al volontariato... Alcuni hanno anche rilasciato delle interviste in passato senza nascondersi dietro nomi di fantasia.
Fatico molto a comprendere il vero motivo per cui si tace la propria sieropositività. E' possibile che la ragione sia da ricercarsi solamente nella vergogna e nella paura del rifiuto?
io sono omosessuale, e non ho mai avuto problemi a mostrare o dichiarare il mio orientamento (senza mai cadere nel'esibizionismo, ovviamente). Fingere qualcosa che non sono o celare una parte della mia personalità che non posso negare mi sembra... falso.
Ne "Il peso del silenzio" le persone che hanno accettato di farsi fotografare e di rilasciare un intervista si sono armate di coraggio e hanno mostrato che la sieropositività non li rende "diversi" e che la loro vita è composta da gradi e piccole cose, come quella di chiunque altro.
A mio avviso, per sconfiggere l'AIDS occorre essere in molti e la prevenzione, da sola, non basta.
A me questo libro ha dato molto, e spero che arricchisca anche te, ciukina, e tutti gli altri.
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Ciao Certosa,ci sei mancato!!

Omosessuale.....i tuoi lo sanno??

Io credo,che non sia la paura del rifiuto,ma la paura di ferire qualcuno.

Non me ne fregherebbe un cazzo di dirlo agli altri....ma se lo sapessero i miei genitori....morirebbero di crepacuore!

Ecco la mia unica preoccupazione,questo è un dolore che terrò per me,che non sarà invincibile,che non farà del male a chi amo di più.

Il resto del mondo??

Che muoiano tutti [SM=x1855910]

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24/07/2009 10:36
 
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Ebbene sì, sono tornato!
Ho dato quel fatidico esame (un sudato ma meritato 30!), ho lavorato ad un progetto di arrichhimento di schivami e sono infine tornato su Sierone!
Ti ringrazio moltissimo per la tua risposta. Non vivendo in prima persona la sieropositività mi son sempre chiesto che cosa rendesse difficile dirlo ai propri cari, comunicarlo alle persone più vicine.
Puoi studiare e analizzare un problema quanto vuoi, ma se non lo vivi sulla tua pelle non potrai mai comprenderlo sino in fondo. Ecco perchè ti ringrazio ancora una volta della tua risposta: mi ha permesso di afferrare una verità che continuava a sfuggirmi.
Ma io voglio sentire anche gli altri!
Paul!
Harry!
Admin!
Utenarose!
E tutti gli altri!
Dite la vostra al Certosino!
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Sono curiosa anch io di sapere le risposte dei nostri Amici del sierone..


Sono sicura che troverai diversi punti di vista a riguardo e nuovi spunti con cui potrai analizzare al meglio il nostro stato d animo.

Il mio è: non ferire chi mi ama.

[SM=g1855865]
[Modificato da ciukina. 24/07/2009 21:27]
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Certosa 89, 24/07/2009 10.36:

Ebbene sì, sono tornato!
Ho dato quel fatidico esame (un sudato ma meritato 30!), ho lavorato ad un progetto di arrichhimento di schivami e sono infine tornato su Sierone!
Ti ringrazio moltissimo per la tua risposta. Non vivendo in prima persona la sieropositività mi son sempre chiesto che cosa rendesse difficile dirlo ai propri cari, comunicarlo alle persone più vicine.
Puoi studiare e analizzare un problema quanto vuoi, ma se non lo vivi sulla tua pelle non potrai mai comprenderlo sino in fondo. Ecco perchè ti ringrazio ancora una volta della tua risposta: mi ha permesso di afferrare una verità che continuava a sfuggirmi.
Ma io voglio sentire anche gli altri!
Paul!
Harry!
Admin!
Utenarose!
E tutti gli altri!
Dite la vostra al Certosino!
[SM=g1855872]




Ciao Certosino!
complimenti per il 30/30!!! [SM=x1903129]

Continua cosi' e vedrai che la tanto ambita laurea arriva ..e con la lode! [SM=x1856221]

io non ho preso la lode, ma sono felice cmq del percorso accademico che ho concluso. E mi e' piaciuto talmente tanto che ne ho intrapreso un altro! [SM=x1912626]

In merito al tuo quesito ...beh ti rispondo subito!
Le ragioni per cui non mi sento di dirlo ai miei familiari sono fondate sul fatto che da piu' di 10 anni vivo lontano e ci vediamo giusto per le feste. Mi sembrerebbe abbastanza fuoriluogo se per Natale o Pasqua io mi mettessi a raccontare della mia sieropositivita'....

I miei genitori probabilmente si "ammalerebbero" perche' devi capire che hanno una certa eta' e probabilmente sono stati anche loro contagiati da quell'orribile stigma che ha fatto dell'HIV una "malattia sociale"....

Sarebbe un duro colpo per loro, immotivato, irrazionale, gratuito ed inutile... e sono certo che sarebbe molto difficile metabolizzarlo..

Per questo motivo ho scelto di non parlargliene, forte soprattutto del fatto che per me ci e' voluto veramente poco tempo per metabolizzare psicologicamente il mio stato sierologico.

La mia vita non e' cambiata in peggio; anzi ci sono degli aspetti, quelli piu' profondi, che prima nemmeno pensavo esistessero....
Quindi in fin dei conti ...a livello personale sapere di essere sieropositivo mi ha perfino migliorato! ...difficile da comprendersi ma ti assicuro che per molti (quasi tutti) e' cosi'!

D'altra parte sono anche coscente che essere sieropositivi all'HIV non significa aver perso un arto, o avere una patologia nefasta come un cancro metastatizzato.
Essere sieropositivo per me ha significato ben presto il riscoprire il valore vero delle cose, anche le piu' banali. Ha significato sin da subito ripartire dai miei progetti, dalle mie ambizioni personali, lavorative, professionali e perche' no... di svago.

Essere sieropositivi non preclude nulla.
La vita continua e spetta a noi cercare di viverla al meglio. L'aderenza alla terapia ovviamente e' fondamentale per non incappare nell'AIDS e finche' avro' voce per dire la mia cerchero' sempre e comunque di ribadire che "e' scandalosamente ignobile" che ci siano dei Paesi nel mondo che non si possono permettere di curare le persone affette da HIV.

Cosi' come e' altrettanto ignobile che alcuni sedicenti "omeopati" cerchino di spennare economicamente le persone affette da HIV dando loro degli "intrugli" completamente inutili.

So di essere fortunato...perche' vivo in Italia..

Ammiro tantissimo Associazioni come Arche' Onlus che cercano di dare una mano a chi come me e' sieropositivo ma che, a differenza di me, non potra' progettare il suo futuro...se non grazie a persone straordinarie come Te e come Tutti Loro.

Nel mio piccolo, forte della mia dignita', che ora piu' che mai non permetto venga calpestata, sto combattendo le mie "guerre" e, grazie alla "genetica" tenacia/ostinazione/ottusagine (sono sardo!), ho ottenuto grandi risultati.

Nel mio ambito lavorativo ho ribadito a gran voce, a suon di diffide, segnalazioni al Garante, mettendo per conoscenza la Commissione Nazionale per la Lotta contro l'AIDS e l'Ordine dei Medici , che

UN SIEROPOSITIVO NON HA BISOGNO DI ESSERE COMPIANTO DA NESSUNO,
UN SIEROPOSITIVO NON PERMETTE A NESSUNO DI ESSERE DISCRIMINATO
E SOPRATTUTTO UN SIEROPOSITIVO NON E' UN RISCHIO PER NESSUNO IN AMBITO SOCIALE E LAVORATIVO.

..Io ho ottenuto grandi risultati e ringrazio l'Avvocato Matteo Schwarz (NPS) che mi e' stato vicino e mi ha dato una grossa mano.

Tutti noi, se comprendessimo SERIAMENTE E PRONTAMENTE che la vita continua, che esiste la terapia (haart), che non possiamo fermarci a disperarci per cose futili, e che dobbiamo pretendere di essere trattati come i sieronegativi o come i sieroignoti, che non possiamo fare del nostro status sierologico l'unico argomento della nostra vita....probabilmente saremmo molto piu' SERENI E SANI MENTALMENTE.

...eh gia' Certosa...il problema dell'essere sieropositivo sta' nella mente... se da una parte la terapia antiretrovirale funziona...dall'altra non puo' fare un gran che' sul lato psicologico.

Sta a noi agire sul nostro IO e quando non ce la facciamo non dobbiamo vergognarci di chiedere un aiuto a persone preparate per potercelo dare, che hanno un'esperienza clinica e che hanno ottenuto risultati accreditati nella loro carriera professionale.

Siamo noi a dover cercare di non cadere inutilmente nel baratro!

eh sai perche'??? Perche' alla gente, in fin dei conti, non gliene puo' fregare di meno se abbiamo avuto la batosta della diagnosi di HIV!

Il mondo non si ferma a pensare alle nostre "nevrosi" irrisolte!
..continua a girare, perche' e' giusto che sia cosi!

Sta a noi risolverci i problemi o riconoscere di averne per poi rivolgerci a chi ci puo' aiutare. E' cosi!

Tu sei un "raro" angioletto che ci viene incontro ..e ti ringrazio con tutto il mio cuore, ma ho ben presente che poi esistono cose piu' serie in Italia!

...i disabili che stanno su una sedia a rotelle e che hanno una marea di barriere architettoniche...a quelli chi ci pensa?

Tu sicuramente starai pensando...beh troppo semplice pensare a chi sta effettivamente peggio di noi! ...ma ti posso garantire che se pensassimo anche a chi sta "meglio di noi" ...sicuramente qualche problema lo potremmo registrare...ed e' possibile che sia pure piu' serio del nostro!

La mia vita lavorativa ho preteso che non cambiasse! ed ho ottenuto cio' che chiedevo.

La vita sociale, affettiva e il contesto familiare non deve cambiare ...ed ecco il perche' ho deciso di tenere per me il mio stato sierologico.

Una cosa che ha migliorato qualitativamente i rapporti con i miei familiari e' che ho riscoperto quanto effettivamente voglio bene tutti loro.

...In piu', visto che ho due nipotini di 16 e 15 anni...rispettando il mio ruolo di zio "specialista", davanti ai loro genitori ho iniziato a parlare di MST e di condom.

...il risultato ottenuto e' stato un grazie da parte dei genitori e una marea di domande da parte dei miei nipoti!

Un successone quindi! [SM=x1912628]

Ora ti lascio...devo cucinare!

Ciao Certosa!

[SM=g1855874]



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