ASSICURAZIONI: UN PROBLEMA IRRISOLTO

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Adminsierone
00giovedì 2 aprile 2009 13:35
A causa di carenti politiche di informazione e prevenzione su larga scala, si è prodotta una diffusa ignoranza che oramai affligge ampi settori della nostra società civile e, a quanto pare, anche imprenditoriale.

Eppure solidi dati scientifici di riferimento, forniti da studi italiani ed internazionali, non mancherebbero: di particolare interesse quelli elaborati nel contesto di un ampio studio condotto prevalentemente a livello europeo su sieroconversione verso l’Aids e mortalità. Si tratta del programma denominato CASCADE (Concerted Action on Seroconversion to Aids and Death in Europe), i cui risultati sono consultabili sul sito: www.ctu.mrc.ac.uk/cascade/default.asp.

Lo studio, condotto su 23 gruppi di pazienti provenienti da vari paesi europei (Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svizzera e Regno Unito), nonché dall’Australia e dal Canada, ha evidenziato come l’introduzione della HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy) nei paesi industrializzati, avvenuta nella seconda metà degli anni Novanta, costituisca il vero spartiacque nel processo di cronicizzazione della patologia.

In un arco temporale compreso tra il 1996-97 ed il 2002, i paesi interessati dallo studio hanno registrato un decremento significativo e costante dei tassi di mortalità tra gli individui osservati, tanto che si è ormai giunti alla considerazione che, tenendo conto dei decessi avvenuti per cause non riconducibili all’infezione da Hiv, la mortalità dei soggetti infettati va sempre più assestandosi su livelli comparabili a quelli della popolazione non affetta dal virus (in proposito si veda: “Changes in the Risk of Death After Hiv Seroconversion Compared With Mortality in the General Population” da: JAMA - The Journal of the American Medical Association - 2008; 300(1): 51-59).

Se in paesi come la Francia ed i Paesi Bassi le imprese assicurative offrono già da tempo polizze sulla vita ai soggetti affetti dal virus, in altri, come la Svizzera, l’associazione nazionale delle imprese assicurative ha deciso di considerare l’opportunità, dati scientifici alla mano, di aprirsi ad un mercato forte di molte migliaia di potenziali utenti, sulla base di uno studio condotto nel paese da AEGIS (Aids Education Global Information System) e che equipara, ai fini assicurativi, la condizione del soggetto affetto da Hiv a quella del paziente guarito dal cancro (per i risultati dello studio si veda: www.aegis.com/news/ads/2003/AD032071.html
Un esempio senz’altro positivo che speriamo possa essere al più presto seguito anche dal nostro paese e da altri, in Europa e nel mondo.
A tale riguardo, è auspicabile che un’indicazione forte in tale direzione provenga, per l’Europa, dalle istituzioni comunitarie, da sempre sensibili alle istanze di soggetti e di gruppi ingiustificatamente discriminati.



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NormaJ
00venerdì 3 aprile 2009 13:30
Incrocio le dita!

..spero si risolva presto questa assurdità.

Di cuore [SM=g27998]

NormaJ

ciukina.
00venerdì 3 aprile 2009 18:54
Re:
NormaJ, 03/04/2009 13.30:

Incrocio le dita!

..spero si risolva presto questa assurdità.

Di cuore [SM=g27998]

NormaJ




lo speriamo tutti,la vera forza è quella di rimanere uniti per una battaglia comune [SM=g28002]


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