Un gruppo di ricerca americano dell'International AIDS Vaccine Initiative (IAVI) e dello Scripps Research Institute coordinati da Dennis Burton, in uno studio pubblicato sulla rivista Science Express "Broad and Potent Neutralizing Antibodies from an African Donor Reveal a New HIV-1 Vaccine Target " hanno annunciato la scoperta di due nuovi 'superanticorpi' con un'elevata capacita' di neutralizzare il virus dell'Hiv e che fanno intravedere la possibilità di mettere a punto una nuova terapia preventiva.
I due nuovi anticorpi sono stati battezzati con le sigle PG9 e PG16, dal nome delle regioni del virus a cui si legano. Sono i primi anticorpi ad “ampio spettro” identificati e i primi in assoluto a essere stati isolati da individui provenienti dal continente africano, continente in cui si registra il più alto numero di nuove infezioni.
Le due molecole reagiscono con il 75 per cento dei ceppi di virus Hiv testati, ma sembrano anche essere in grado di bloccare il virus a concentrazioni molto più basse rispetto a tutti gli anticorpi sinora individuati.
Questi anticorpi particolari vengono prodotti soltanto da una modesta percentuale di persone che sono venute a contatto con il virus Hiv, si distinguono dagli altri proprio per la loro grande capacità di neutralizzare la maggior parte dei ceppi virali Hiv in circolazione e solo altre quattro molecole con queste caratteristiche sono state individuate fino ad oggi.
Il merito della scoperta è del network scientifico internazionale Iavi - organized Neutralizing Antibody Consortium (Nac), che coinvolge oltre dieci istituti e centri di ricerca e gli autori dello studio hanno inoltre scoperto che PG9 e PG16 riconoscono il “motivo ricorrente” di una proteina del virus: una sequenza di aminoacidi altamente stabile (non muta e si ritrova, uguale, in vari tipi di virus Hiv) e abbastanza facile da attaccare.
I ricercatori hanno prelevato campioni di sangue da 1.800 persone di origine sub-sahariana, oltre a quelli di altri individui provenienti dalle più disparate parti del mondo. Tutti sono stati esaminati con una tecnica chiamata “micro-neutralizzazione” che, diversamente da quelle impiegate finora, consente di misurare direttamente la capacità degli anticorpi di bloccare il virus.
In questo modo i ricercatori sono riusciti a isolare PG9 e PG16, e sono risaliti prima alle cellule del sistema immunitario che li producono e poi ai geni che ne regolano la formazione. Al momento, anticorpi clone di quelli isolati possono essere prodotti in quantità illimitate da usare nella ricerca.
Ma la via per realizzare un vaccino veramente funzionale è ancora lunga e passerà ancora parecchio tempo prima di mettere a frutto la scoperta di questi giorni.
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