Il carcere dei suicidi fa un’altra vittima

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NormaJ
00martedì 8 giugno 2010 17:40



Altamura, Cagliari, Sulmona, Verona, Massa, Milano, Spoleto, sono le sette città più segnare dalla mappa dei suicidi in carcere, un fenomeno in carcere che non accenna a diminuire ma che anzi, cresce inesorabilemnte in concomitanza con il sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani o delle condizioni di eccessivo isolamento, che non hanno a che vedere con il tentativo di recupero. Un altro suicidio nel supercarcere di Sulmona, avvenuto ieri sabato santo e che ha riguardato un vedovo di 54 anni, romano, uccisosi con un lenzuolo fissato alla grata della cella. Il detenuto, senza parenti, era appena rientrato da un permesso premio. Il detenuto era un internato nella casa di lavoro dove il lavoro, , malato di Hiv, con problematiche di salute gravissime. La deputata Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha lanciato ieri precise accuse al direttore del Dap di Sulmona, affermando che sulla vicenda inoltrerà una interrogazione parlamentare. Con questo di Sulmona sale a Sale così a 15 il tragico conto dei suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno, mentre si apprende dalle angezie, che, sempre ieri, un altro se ne è evitato a reggio Calabraia grazie al tempestivo intervento di un agente di custodia. In quello di Sulmona, tristemente noto come “Carcere dei Suicidi”, l’ultimo episodio risale al 28 gennaio scorso, con vittima un 28enne, anch’egli uccisosi per impiccagione “alla Condè”. La struttura che ospita oltre 500 detenuti, ha visto crescere negli ultimi quindici anni il numero dei carcerati che si tolgono la vita. Da qui il nome “il carcere dei suicidi”. Tra i casi più noti ricordiamo quello della direttrice stessa del penitenziario, Armida Miserere, che il 19 aprile 2003 si tolse la vita sparandosi un colpo di pistola alla testa, e quello del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, trovato nella sua cella il 16 agosto del 2004 soffocato da un sacchetto di plastica stretto alla gola da lacci per le scarpe. Secondo l’Agenzia Radicale, non è il sovraffollamento, ma l’isolamento fisico e le condanne lunghissime, che fanno del carcere di Sulmona un luogo dove la segregazione è più pesante di altrove. Alfonso De Deo ex il medico del penitenziario, morto lo scorso agosto all’età di 82 anni, nel 1970 aveva pubblicato con Feltrinelli una ricerca che ha fatto scuola e ha aperto la strada ad alcune importanti riforme: “Il sesso nelle carceri italiane”. De Deo aveva studiato come i detenuti, non avendo altri strumenti per affermare la propria personalità, molto spesso siano costretti a usare il proprio corpo. E il suicidio è un modo per farlo, un’ultima volta.

www.improntalaquila.org/2010/04/04/articolo4167/

[SM=x1912640]
Shardana@
00mercoledì 14 luglio 2010 11:48
Re:
NormaJ, 08/06/2010 17.40:




Altamura, Cagliari, Sulmona, Verona, Massa, Milano, Spoleto, sono le sette città più segnare dalla mappa dei suicidi in carcere, un fenomeno in carcere che non accenna a diminuire ma che anzi, cresce inesorabilemnte in concomitanza con il sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani o delle condizioni di eccessivo isolamento, che non hanno a che vedere con il tentativo di recupero. Un altro suicidio nel supercarcere di Sulmona, avvenuto ieri sabato santo e che ha riguardato un vedovo di 54 anni, romano, uccisosi con un lenzuolo fissato alla grata della cella. Il detenuto, senza parenti, era appena rientrato da un permesso premio. Il detenuto era un internato nella casa di lavoro dove il lavoro, , malato di Hiv, con problematiche di salute gravissime. La deputata Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha lanciato ieri precise accuse al direttore del Dap di Sulmona, affermando che sulla vicenda inoltrerà una interrogazione parlamentare. Con questo di Sulmona sale a Sale così a 15 il tragico conto dei suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno, mentre si apprende dalle angezie, che, sempre ieri, un altro se ne è evitato a reggio Calabraia grazie al tempestivo intervento di un agente di custodia. In quello di Sulmona, tristemente noto come “Carcere dei Suicidi”, l’ultimo episodio risale al 28 gennaio scorso, con vittima un 28enne, anch’egli uccisosi per impiccagione “alla Condè”. La struttura che ospita oltre 500 detenuti, ha visto crescere negli ultimi quindici anni il numero dei carcerati che si tolgono la vita. Da qui il nome “il carcere dei suicidi”. Tra i casi più noti ricordiamo quello della direttrice stessa del penitenziario, Armida Miserere, che il 19 aprile 2003 si tolse la vita sparandosi un colpo di pistola alla testa, e quello del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, trovato nella sua cella il 16 agosto del 2004 soffocato da un sacchetto di plastica stretto alla gola da lacci per le scarpe. Secondo l’Agenzia Radicale, non è il sovraffollamento, ma l’isolamento fisico e le condanne lunghissime, che fanno del carcere di Sulmona un luogo dove la segregazione è più pesante di altrove. Alfonso De Deo ex il medico del penitenziario, morto lo scorso agosto all’età di 82 anni, nel 1970 aveva pubblicato con Feltrinelli una ricerca che ha fatto scuola e ha aperto la strada ad alcune importanti riforme: “Il sesso nelle carceri italiane”. De Deo aveva studiato come i detenuti, non avendo altri strumenti per affermare la propria personalità, molto spesso siano costretti a usare il proprio corpo. E il suicidio è un modo per farlo, un’ultima volta.

www.improntalaquila.org/2010/04/04/articolo4167/

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e per restare in tema di sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani ......................


http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201007articoli/56660girata.asp

http://www.corriere.it/cronache/10_luglio_12/ganzer-condanna_77348dd8-8db1-11df-a602-00144f02aabe.shtml









[SM=x1912640]



Shardana@
00venerdì 16 luglio 2010 17:02




Dilemma amletico:

Sarà anche Ganzer l’ ennesima vittima del sistema carcerario italiano o verrà graziato dal famoso “colpo di spugna”? emblema e fiore all’occhiello del sistema giudiziario italiano in quanto garante dell’impunità della classe politica e dei potenti seguendo le orme di dell’ Utri ? condannato a 7 anni in appello e assolto qualche giorno fà per le "condotte successive al 1992.
Come riferisce l'articolo che ho postato della Repubblica dell’ Utri rimane in libertà, percepisce lo stipendio e i benefit da parlamentare e il popolo italiano non fa una piega, allora mi chiedo ha ragione Berlusconi a definirci tutti coglioni?
Per una questione di equità, tutti i carcerati che stanno scontando una pena per condanne fino a 7 anni devono essere rilasciati, i nostri cari politici potrebbero organizzare un indulto estivo ad hoc come nel 2006, un'altra legge bipartisan ad delinquentes.
Alle prossime elezioni si potrà organizzare una riffa con tutti i nomi dei farabutti rimessi in libertà. Gli estratti diventeranno deputati e senatori della Repubblica. Un Parlamento di ex galeotti.
Una ideale continuazione del Parlamento attuale ripieno di condannati in via definitiva, in primo o secondo grado o indagati. Mi chiedo allora qual è il grado di sopportazione di questo Paese? C'è un Paese? Esiste una legge? o la legge esiste solo per noi italiani che paghiamo le loro auto blu con le nostre tasse?
Qualche volta mi domando se ha senso opporsi al degrado di un popolo (Dell'Utri è solo un sintomo, lo è anche Berlusconi) e cosa fare per risvegliarlo. Mi guardo allo specchio, più vecchia e rincoglionita che mai, con diciassette anni di precariato nell’ amministrazione pubblica, più incazzata, più disillusa.
Penso a lasciare tutto e andare a lavorare in Svizzera.
In un Paese civile nel quale un condannato per concorso esterno alla mafia sarebbe allontanato da qualunque carica pubblica sarebbe in galera, evitato da tutti (ricordiamoci Adriano Soffri che venne allontanato dalla scuola dopo 30 anni successivi all’evento di Marino e delle sue accuse). Un Paese in cui i giornali parlano di legge bavaglio e da anni si sono imbavagliati da soli, ma fateci il piacere andate a raccontarle a qualcun’ altro e possibilmente restituiteci i soldi delle nostre tasse con cui stampate le vostre balle quotidiane e vergognatevi, pentitevi, mettete un cappello a punta con sopra scritto: "cornuti e Venduti".
Scusa Norma j se vengo a imbrattare il tuo post sulle carceri ma sono veramente disgustata di fronte all'indifferenza e all'ignavia di noi italiani disponibili a qualunque stupro della democrazia, penso che i colpevoli non sono i poveri detenuti nelle carceri ma noi italiani che permettiamo tutto questo, perché come dice Berlusconi siamo un branco di coglioni e meritiamo quello che abbiamo e forse anche di più. Firmato Fessa

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/06/29/news/mafia_dell_utri-5239029/




donchisciotte78
00sabato 17 luglio 2010 02:11
Gli italiani pagano, guardano Maria de Filippi e straquotano.









PS :Vieni in esterna ?!!

[SM=g1855891]
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