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Un sistema truffaldino organizzato su ricette false, intestate anche a persone decedute, poi rigirate a farmacisti compiacenti, con obiettivo i rimborsi dell’Asl: è quanto scoperto nell’inchiesta condotta dal pm Enrico Cieri, e che coinvolge una cinquantina fra medici (uno dei quali libero professionista) e farmacisti. La truffa era organizzata da un solo informatore scientifico attivo tra Bologna e Romagna, con vittima l’Asl di Bologna.
Decine di pazienti sono stati già sentiti, e gli interrogatori hanno dimostrato che le ricette erano state compilate dai medici scegliendo spesso dei nomi a caso. Il danno economico al Servizio Sanitario Nazionale è stato stimato in circa un milione e mezzo di euro.
I farmaci scelti erano di quelli più costosi, per ottenere il massimo guadagno col minimo rischio: farmaci antitumorali, usati per le chemioterapie, per patologie gastroenteriche e dell’Hiv, tutti con costi tra i 50 e i 2mila euro.
Secondo l’indagine risultano coinvolte tre o quattro farmacie, mentre i medici (oncologi, gastroenterologi, infettivologi) sono liberi professionisti e ospedalieri e collaborano con l’Asl di Bologna, con l’Ant, col Sant’Orsola, con l’Asl di Cento, di Ferrara e di alcune città romagnole. Insieme ai farmacisti e ai rappresentanti delle ditte, sono tutti indagati per truffa ai danni dello Stato e falso in certificazione sanitaria. Un buon numero di loro deve inoltre rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, mentre per alcuni sarebbe scattata anche l’accusa di corruzione.
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in galera! in galeraaaaa!!!