00 13/11/2010 22:12
GINEVRA (Notizie dall’ILO) – I rappresentanti di governi, datori di lavoro e lavoratori presenti alla conferenza annuale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) hanno adottato oggi una nuova norma internazionale del lavoro sull’HIV/AIDS che costituisce il primo strumento internazionale per i diritti umani dedicato specificatamente a questo tema nel mondo del lavoro.

La nuova norma è stata adottata dai delegati alla Conferenza Internazionale del Lavoro con 439 voti a favore, 4 contrari e 11 astensioni, a seguito di due anni di dibattito intensi e costruttivi.

La norma è il primo strumento giuridico adottato a livello internazionale volto a rafforzare il ruolo del mondo del lavoro nell’accesso universale alla prevenzione, al trattamento, alla cura e al sostegno all’HIV/AIDS; essa contiene disposizioni riguardo i programmi di prevenzione e le misure antidiscriminatorie a livello nazionale e aziendale. Inoltre, enfatizza l’importanza, per i lavoratori e le persone che convivono con l’HIV, dell’occupazione e delle attività generatrici di reddito, in particolare in termini di continuità dei trattamenti.

La Conferenza ha, inoltre, adottato una risoluzione sulla promozione e attuazione della Raccomandazione, che invita il Consiglio d’Amministrazione dell’ILO ad allocare maggiori risorse per dare seguito alla nuova norma. La risoluzione chiede anche che sia istituito un Piano d’Azione Globale che ne garantisca un’ampia attuazione e preveda un resoconto periodico da parte degli Stati membri.

La Dottoressa Sophia Kisting, Direttrice del Programma dell’ILO sull’HIV/AIDS e il mondo del lavoro ha dichiarato che “con questo nuovo strumento per i diritti umani possiamo sfruttare la forza del mondo del lavoro e ottimizzare gli interventi sui luoghi di lavoro per migliorare significativamente l’accesso ai servizi di prevenzione, trattamento, cura e assistenza. Non possiamo farcela da soli, ma questa nuova norma fornirà, io credo, un contributo fondamentale per realizzare il sogno di una generazione libera dall’AIDS”.

La Signora Thembi Nene-Shezi, che ha presieduto le discussioni sulla norma in seno alla Commissione sull’HIV/AIDS, ha affermato “abbiamo a disposizione uno strumento che dovrebbe essere motivo di orgoglio per l’ILO e i suoi costituenti. Tuttavia non c’è tempo da perdere. Dobbiamo andare avanti e promuovere questa norma. L’impegno dei suoi ideatori – governi, datori di lavoro e lavoratori – sarà cruciale per lo sviluppo di politiche nazionali sul luogo di lavoro fondate sui diritti umani e orientate al superamento delle discriminazioni”.

Il Vicepresidente per i datori di lavoro della Commissione sull’HIV/AIDS, Patrick Obath (Kenya), ha dichiarato che “la norma riguarda tutti e rafforza la lotta all’HIV/AIDS. La cosa più importante da fare adesso è attuare a livello nazionale politiche nei luoghi di lavoro per sostenere ciò che alcuni datori di lavoro stanno già facendo e rafforzare la risposta nazionale”.

Il Vicepresidente per i lavoratori della Commissione sull’HIV/AIDS, Jan Sithole (Swaziland), ha affermato “siamo orgogliosi di avere tra le mani uno strumento internazionale senza precedenti per contrastare l’HIV/AIDS grazie al luogo di lavoro. Fino a quando non vi sarà una cura non avremo altra scelta se non utilizzare il contenuto di questo strumento ad ogni livello della società”.

La nuova norma ha la forma di una Raccomandazione, una delle due tipologie di norme del lavoro che possono essere adottate dall’ILO. Nonostante si differenzi da una Convenzione in quanto non necessita di ratifica, secondo l’art. 19 della Costituzione dell’ILO una raccomandazione deve essere comunicata ai Parlamenti nazionali e deve essere discussa per quanto riguarda i termini della sua attuazione attraverso la legislazione e le politiche nazionali. La Raccomandazione amplia il Codice di Condotta sull’HIV/AIDS e il mondo del lavoro adottato nel 2001.

Come per la maggior parte delle norme adottate dall’ILO, i suoi contenuti sono stati oggetto di una duplice discussione in seno alla Conferenza, la prima nel 2009 e la seconda nel 2010. Durante la discussione di quest’anno sono stati approvati degli emendamenti alla bozza di testo che hanno rafforzato le disposizioni previste in alcuni campi, in particolare l’uguaglianza di genere, la salute e i diritti riproduttivi, la protezione sociale, la salute e la sicurezza sul lavoro e le misure indirizzate a gruppi vulnerabili e marginalizzati come i lavoratori migranti e in transito. La Raccomandazione copre anche le forze armate, la polizia e i corpi di vigilanza.

“La Raccomandazione non soltanto rappresenta un importante strumento per guidare l’azione dell’ILO e dei suoi costituenti, ma aumenterà il coordinamento all’interno della comunità internazionale sul tema dell’HIV/AIDS. Grazie a rigide disposizioni in materia di prevenzione e protezione sociale, la Raccomandazione rafforzerà il lavoro dell’ILO a sostegno delle dieci aree prioritarie previste dal programma delle Nazioni Unite UNAIDS”, ha aggiunto la Dottoressa Kisting.

Lo strumento normativo definitivo si basa sui seguenti principi:

* è necessario riconoscere che la risposta all’HIV/AIDS contribuisce alla realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali di ogni essere umano, compresi i lavoratori, le loro famiglie e le persone a loro carico;
* è necessario riconoscere e considerare l’HIV/AIDS come una questione riguardante il posto di lavoro, da includere fra gli elementi essenziali della risposta nazionale, regionale e internazionale alla pandemia, con la piena partecipazione delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro;
* non vi deve essere discriminazione o stigmatizzazione dei lavoratori, i particolare nei confronti di coloro che sono in cerca di lavoro o presentano domanda di impiego, in base alla loro reale o presunta sieropositività o al fatto che appartengano alla fascia di popolazione ritenuta maggiormente esposta o vulnerabile al rischio di infezione;
* la prevenzione da tutte le modalità di trasmissione dell’HIV deve essere una priorità fondamentale;
* i lavoratori, le loro famiglie e le persone a loro carico devono avere accesso ai servizi di prevenzione, trattamento, cura e sostegno all’HIV/AIDS, e il posto di lavoro deve facilitare l’accesso a questi servizi;
* è necessario riconoscere e rafforzare la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori nell’ideazione, attuazione e valutazione dei programmi nazionali e sul luogo di lavoro;
* i lavoratori devono beneficiare di programmi per la prevenzione dei rischi specifici di trasmissione dell’HIV legati al luogo di lavoro e di altre malattie trasmissibili correlate, come la tubercolosi;
* la privacy dei lavoratori, delle loro famiglie e delle persone a loro carico deve essere protetta, anche nel caso di confidenzialità relativa all’HIV/AIDS e in particolare riguardo al proprio stato di salute;
* nessun lavoratore può essere obbligato a sottoporsi a un test dell’HIV o a dichiarare la propria sieropositività;
* le misure per affrontare l’HIV/AIDS nel mondo del lavoro devono rientrare nei programmi e nelle politiche di sviluppo nazionale, comprese quelle relative a lavoro, educazione, protezione sociale e salute, e alla protezione dei lavoratori in occupazioni che sono particolarmente esposte al rischio di contagio da HIV.

La norma proposta aveva già ricevuto il sostegno del programma UNAIDS e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità durante le discussioni in seno alla Conferenza.

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