00 03/12/2010 18:07
Anche se efficace nel prevenire l’infezione da Tbc in pazienti sieropositivi, la terapia con isoniazide è somministrata soltanto a 85 mila pazienti nel mondo, lo 0,25% delle 34 milioni di persone con Hiv/Aids.
Alla luce delle nuove evidenze scientifiche il nuovo documento invita a un impiego del farmaco in tutte le persone sieropositive.

02 DIC - L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato ieri, in occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids, le nuove linee guida per la prevenzione dell’infezione da tubercolosi nei pazienti Hiv-positivi (Guidelines for intensified tuberculosis case-finding and isoniazid preventive therapy for people living with HIV in resource constrained settings).
A causa dell’indebolimento del sistema immunitario, le persone infettate dal virus dell’Hiv hanno una ridotta capacità di contrastare l’infezione da Tbc e maggiori probabilità di sviluppare la forma attiva. In alcuni contesti svantaggiati, più dell’80 per cento delle persone con Tbc sono positive anche per l’Hiv. Eppure, le strategie per evitare la coinfezione sono semplici ed economiche: la somministrazione a scopo profilattico di farmaci contenenti isoniazide (un comune antibiotico antitubercolare) è tra queste, ma per diverse ragioni se ne fa scarsissimo ricorso. Nel 2009, in tutto il mondo, soltanto 85 mila persone sieropositive (lo 0,2 per cento del totale) hanno assunto il farmaco a scopo preventivo.
“Mentre commemoriamo la Giornata mondiale per la lotta all’Aids”, ha affermato Gottfried Hirnschall, direttore del dipartimento Hiv/Aids dell’Oms, “abbiamo bisogno di implementare pienamente, in collaborazione con tutti i partner, la strategia delle tre I contro Hiv e Tbc: cioè terapia profilattica con Isoniazide, Intensificazione dello screening per la Tbc, controllo dell’Infezione da Tbc. Queste misure devono essere offerte come parte essenziale dei servizi per le persone sieropositive”, ha aggiunto.
Le nuove linee guida costituiscono un aggiornamento, alla luce delle nuove evidenze scientifiche, di quelle pubblicate nel 1998 e possono essere riassunte in due sole indicazioni: bambini e adulti sieropositivi, incluse le donne incinte e le persone che sono già in trattamento con terapia antiretrovirale, devono ricevere la terapia profilattica con isoniazide. Per le persone sieropositive che manifestano sintomi potenzialmente associabili alla tubercolosi è necessario un tempestivo approfondimento diagnostico.
“In molti Paesi l’Hiv è il maggior driver della diffusione della Tbc”, ha spiegato Mario Raviglione, direttore del dipartimento dell’Oms dedicato alla lotta alla Tbc. “Si tratta di una malattia prevenibile e curabile e le nuove linee guida mostrano come sia possibile spezzare la catena che lega la Tbc all’Hiv portando alla morte del paziente. Tutti i Paesi e le comunità devono implementare le nuove linee guida e l’Oms può fornire il supporto necessario per far sì che ciò avvenga”, ha concluso.

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