00 31/10/2011 09:43
E' lesbica, ha 39 anni, convive stabilmente con la sua compagna da 4 mesi e non può donare il sangue perché considerata "a rischio" per il suo rapporto sentimentale. A denunciarlo è una donna che si è vista rifiutare la donazione dal Policlinico Umberto I di Roma. La replica del Centro trasfusionale: l'omosessualità non è motivo di esclusione. Arcigay: Fare chiarezza senza allarmismi.

La donna ha definito il rifiuto come una "cosa assurda e discriminatoria". Stando al racconto, la 39enne ha risposto ad una "serie di domande private, anche sulla vita sessuale" formulate dal medico. Quest'ultimo, appreso che la donatrice era omosessuale, avrebbe considerato la vita sentimentale della donna troppo a rischio per le malattie a trasmissione sessuale, non ritenendola così adeguata alla donazione di sangue.

Per Gabriella Girelli, direttrice del Centro trasfusionale del Policlinico Umberto I di Roma, il medico può "reinvestigare", con un colloquio sulla situazione, anche dopo aver fatto compilare il questionario. "L'omosessualità - ha spiegato la Girelli - non è motivo di esclusione e bisognerebbe verificare nell'ambito del colloquio che cosa in realtà è emerso, ma c'è un segreto professionale da garantire".

L'Argigay ha chiarito che la questione va affrontata da un punto di vista medico e scientifico senza "creare allarmismo sociale sul tema della donazione di sangue, nell'interesse di tutti i cittadini, anche lesbiche, gay e trans, che con senso civico donano il sangue, sia per chi lo riceve".

"Vietare la donazione di sangue a una persona per il suo orientamento sessuale è una violazione delle norme in materia in vigore nel nostro Paese", aggiungono all'Arcigay .

In effetti, le preferenze sessuali di un individuo non possono essere discriminanti, ma lo può essere un comportamento a rischio, e questo vale anche per gli eterosessuali.

www.vitadidonna.org/salute/news/lesbica-rifiutata-la-donazione-di-sangue-perche-gay-7...

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