00 01/05/2009 12:19
L'influenza suina, lo spauracchio in grado di mandare in pensione anticipata ogni altra precedente temuta pandemia (tra cui spiccano senz'altro la mucca pazza e la febbre aviaria), è tanto discussa su tutti i media da risultare quasi inevitabile come argomento di conversazione. Le cifre sui casi effettivamente riscontrati e conclamati si accavallano in una girandola in continua evoluzione: e i navigatori si danno da fare per prendere nota, creare mashup, rendere comprensibile il fenomeno.

Nascono così due differenti iniziative legate a Google Maps, l'utility geografica online di BigG, che analogamente ad altri casi precedenti tentano di georeferenziare ogni singola segnalazione della malattia vera o presunta sul planisfero mondiale. Il risultato sono tante bandierine concentrate soprattutto nel continente nordamericano, qualche caso sospetto in Europa e Oceania, e il vuoto (o quasi) in Asia e Africa: alla faccia della pandemia.



Tralasciando gli ovvii inviti alla calma, le curiosità riguardanti le due mappe sono almeno un paio: innanzi tutto, l'unico caso segnalato in Africa riguarda due morti avvenute in Zimbabwe per una sindrome para-influenzale definita misteriosa. In secondo luogo, per quanto riguarda l'Italia non c'è accordo sui casi segnalati (che fino a prova contraria sono solo sospetti, visto che non c'è alcun tipo di conferma che il virus sia arrivato nel Belpaese): mentre in una delle mappe si indica Venezia come teatro di un possibile contagio, nell'altra è Modena a fare da protagonista suo malgrado alla minaccia di infezione.

Nessuna delle due mappe, in ogni caso, tiene in alcun conto altri decessi collegati ad altre forme di malattia: non vi è alcun riferimento, ad esempio, ai decessi quotidiani causati in Africa (tanto per restare in tema) da HIV o malaria. Né vi è alcun raffronto con le statistiche relative alla mortalità della precedente epidemia influenzale diffusasi a partire dall'autunno dello scorso anno in tutto il mondo. Non resta che attendere l'evolversi degli eventi, magari seguendo i consigli di chi scettico continua ad invitare alla prudenza e dando ascolto agli scienziati che sono impegnati nella valutazione del problema.

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